Carne suina sarda, vocazione semibrada, attenzione alla qualità
La carne suina sarda rappresenta una delle espressioni più coerenti dell’allevamento “en plein air”: in doppie recinzioni vengono allevati quasi esclusivamente esemplari di razza sarda, per ridurre le possibilità di contatto con animali selvatici e garantire allo stesso tempo eccellenti misure di benessere.
Il comparto suino interessa circa 190.000 capi (80mila scrofe), numero in crescita a discapito delle aziende, che diminuiscono e cambiano di dimensione, ingrandendosi e sfociando spesso in forme di gestione o cooperazione. Solitamente le strutture dedicate alla carne suina sono situate in collina e molte adottano la misura 215, che elargisce un premio all’azienda capace di assicurare all’animale condizioni di vita migliori rispetto ai requisiti obbligatori.
Presso che unica rappresentante delle specie allevate è la razza sarda, dal 2006 inserita di diritto tra le razze italiane autoctone, di piccola mole e somaticamente molto simile al cinghiale (con cui talvolta si accoppia nel sottobosco).
La produzione di carne suina in Sardegna si dedica soprattutto alla realizzazione di salumi e prodotti tipici, ma anche i “suinetti” rappresentano una parte importante del consumo regionale, essendo essi stessi la base di un piatto tradizionale.