Carne suina marchigiana, dalle origini all’innovazione

La carne suina marchigiana rappresenta un capitolo molto importante a livello di cultura regionale. Nelle Marche abbiamo ad oggi 5252 allevamenti con circa 139mila capi, quasi tutti di razze non autoctone (Large White, Londrace, Duroc Italiano e talvolta Cinta Senese, Mora Romagnola e Nero dei Nebrodi), base di una fiorente produzione di salumi e prodotti di norcineria tradizionali.

Nonostante la grande tradizione vantata dalla carne suina marchigiana, non sono più riscontrabili sul territorio esemplari di “suino marchigiano”, descritti fino al 1927 (ad esempio da Mascheroni, nel suo “Zootecnia speciale”), caratterizzati da taglia piccola, mantello scuro e carne saporita.

Il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 ha dato priorità alle strutture di tipo biologico in zone montane condotti da giovani agricoltori, incentivando le pratiche di miglioramento delle condizioni di benessere degli animali. Su questa onda sono cresciuti anche il progetto di conservazione della specie suina “del marca” e quello parallelo di creazione di una nuova razza che potesse essere prolifica, abile al pascolo brado e da alimentare a ghiande, pisello proteico, tuberi, fave, granoturco ed erbe, capace di rispecchiare le caratteristiche dell’autentica carne marchigiana e rivelare il massimo potenziale di affettati e piatti tipici.

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