Carne ovina Sarda, filiere di innovazione italiana

La carne ovina sarda si pone al centro della cultura dell’intera carne italiana, con antichissime origini risalenti al 3000 a.C., trovando la massima espressione in un simbolo tradizionale: l’agnello di Sardegna IGP, dal 2010 riconosciuto con questo marchio europeo che prende in considerazione esclusivamente gli animali nati, cresciuti e macellati nei confini regionali. La sua carne morbida e bianca è estremamente digeribile, magra e presenta un sapore deciso e selvatico, grazie alle condizioni di estrema libertà con cui gli esemplari sono allevati.

L’isola sarda è inoltre patria di una specie ovina autoctona, detta “razza sarda”, allevata non tanto per la carne, quanto per la sua attitudine alla generosa produzione di latte, da cui vengono ottenuti numerosi formaggi entrati di merito nella tradizione italiana.

Il territorio ha mostrato negli ultimi trenta anni segni di un mutamento profondo: dal 1982 al 2010 sono scomparse circa 6900 aziende e 7000 pastori. Le imprese che hanno scelto di investire nella carne ovina (per cui si presentano scenari futuri molto positivi) hanno aumentato le proprie dimensioni ed il numero di capi per gregge, mentre i piccoli allevatori hanno abbandonato la filiera. Un processo che se da un lato ha comportato la scomparsa di buone pratiche ed usanze tipiche come la transumanza, ha incentivato il benessere animale, la certificazione e la qualità dei prodotti.

 

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