Carne ovina marchigiana, radice italiana

La carne ovina marchigiana è simbolo dell’antica tradizione italiana della transumanza, un tempo autentica pratica di sussistenza, oggi, tralasciando piccole sacche di “resistenza” come Roccafluvione, fenomeno di dimensioni ridotte e spesso di carattere folcloristico.

L’allevamento di ovini è diffuso nelle Marche in maniera superiore rispetto a quello bovino, presentando quasi 160mila capi distribuiti in 2300 aziende circa. Le razze presenti sono: Vissana, Merinizzata, Appenninica, Fabrianese e Sopravissana. Quest’ultima, a rischio di estinzione (presente sul territorio con 3mila esemplari, di cui un terzo al pascolo nel Parco dei Monti Sibillini), è allevata soprattutto per la sua carne, un esempio unico di carne italiana, protagonista nella cucina picena e nel famoso fritto misto all’ascolana.

Per quanto le transumanze abbiano ai giorni nostri ristretto il proprio raggio d’azione (da lunghe migrazioni a coperture di 20 chilometri), assaggiando la carne ovina marchigiana (insaccati o tagli freschi) è ancora possibile assaporare le note aromatiche dei pascoli (gli stazzi a 500m di altezza e le valli estive intorno ai 1500m).

Diffusissima la realizzazione di prodotti caseari celebri in tutto il mondo, tra cui spiccano la Casciotta di Urbino DOP (decantata anche da Michelangelo) e il Formaggio di Fossa di Sogliano.

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