Carne ovina Liguria, area italiana che collega l’Abruzzo con il Nord

Il panorama della carne ovina in Liguria presenta differenti razze, tra cui la Frabosana, autoctona italiana, diffusa soprattutto nella zona di Imperia (dove è conosciuta anche come “Roascia”) e in Piemonte.

Molto presente la Brigasca, a duplice attitudine (latte e carne), di taglia medio-grande, che deve il suo nome all’omonimo passo sulle Alpi Marittime. Sempre per la produzione di carni è allevata la Marrana, mentre per la realizzazione di formaggi, tra cui spiccano per tradizione e originalità il “Brusso” (ricotta fermentata) e la Toma di Murazzano, è frequente trovare negli allevamenti la Pecora delle Langhe, con 5840 capi in ben 85 aziende.
Diffuse anche la Massese, per ovvia vicinanza con la provincia di Massa, e la Rendena.

L’allevamento più diffuso è stanziale, a praticare la transumanza a piedi sembrerebbe essere rimasto un solo pastore: Aldo Lo Manto, che dai pascoli invernali della Piana d’Albenga sposta i propri greggi in località Fascia Pornassina, a quota 2000 mt.

Un episodio isolato, nonostante si debba parte del ricettario ligure di carne ovina alla immigrazione avvenuta nel passato di pastori abruzzesi. Con loro sono entrate di diritto tra le ricette più tradizionali le “Rostelle”, corrispettivo locale degli arrosticini (delizia della carne italiana per antonomasia, a base di carne ovina, di montone). Queste vengono cotte nella “canala” (cioè un pezzo di grondaia o canale) o in vaschette di rame, alla brace. Si tratta ormai di un piatto radicato in Liguria, tanto da presentare record da Guinness dei primati come la Rostellata del 2011, con ben 4000 spiedini cucinati in un giorno da 20 mastri rostellieri.

Nelle zone più vicine al cuneese viene preparato un salamino di pecore e capra, misto anche a lardo di maiale, mentre le due preparazioni di carne in Liguria più conosciute riguardano l’agnello: in fricassea oppure cucinato con i carciofi.

Menu