Carne grass fed Italia, una storia tutta italiana
La carne grass fed in Italia è sempre esistita, potremo affermare che le idee che stanno alla base di una piccola rivoluzione della carne italiana siano gli stessi che hanno da secoli contraddistinto l’attività degli allevatori, dai pastori abruzzesi ai contadini toscani che allevavano al pascolo esemplari di cinta senese e mucca chianina.
Tuttavia si comincia a parlare di “Carne Grass Fed” dal 2005, anno in cui Michael Pollan, guru a stelle e strisce del cibo sostenibile, pubblica il suo libro “Il dilemma dell’onnivoro” in cui comunica la propria decisione di non diventare vegetariano, ma di alimentarsi con carne proveniente dai pascoli, ottenuta da animali che hanno seguito il proprio istinto e naturale crescita nella vita. “I bovini non sono nati per ingoiare cereali in una stalla, ma per brucare vegetali allo stato brado: rispettare questa inclinazione mi sembra doveroso” è una delle affermazioni dello scrittore.
La carne allevata “esclusivamente ad erba” arriva così anche in Italia, o sarebbe meglio dire che “ritorna” nella penisola italiana, poiché rappresenta un momento di incontro tra tradizione millenaria e innovazione tecnologica. La prima capace di garantire principi di biodiversità riducendo l’impronta ecologica, la seconda in grado di assicurare alti livelli di qualità sotto tutti gli aspetti.
Grazie alla richiesta di carne grass fed italiana, infatti, è possibile tutelare maggiormente le specie in via di estinzione e recuperarne alcune ormai perse con l’era della meccanizzazione. Rispetto della natura, recupero delle razze autoctone minori e standard qualitativi altissimi, valori che carneitaliana.it riassume in “tre s”: salute, sostenibilità, sapore.