
Allevamento galline, dal sistema intensivo al recupero della tradizione
L’allevamento di galline è un settore importante nel comparto alimentare italiano, uno dei primi a ricercare il marchio biologico per le carni e per le uova, raccogliendo la richiesta di un pubblico attento al benessere degli animali e alla propria alimentazione.
Sono circa 500mila i polli allevati ogni anno sul territorio nazionale per la produzione di carne, tra le razze autoctone più diffuse sono: Ancona, Bianca di Saluzzo, Collo Nudo Italiana, Ermellinata di Rovigo, Livorno, Modenese, Romagnola, Siciliana, Valdarnese, Robusta.
L’allevamento biologico di galline deriva dall’allevamento rurale, diffuso ovunque fino al secondo dopoguerra, quando una domanda di mercato crescente ha portato a strutture intensive in grado di produrre esemplari di peso maggiore (broiler) in minore tempo (andando a scapito delle condizioni di vita del singolo ed inoltre del profilo qualitativo dei prodotti ottenuti).
In queste aziende sono disposte dalle 14 alle 22 galline per metro quadro, mentre in un allevamento di galline di tipo biologico un solo esemplare vive in almeno dieci metri quadrati.
Ancora più innovativi (o forse tradizionali) gli allevamenti italiani grass fed che, seguendo l’antico adagio “Chi nasce gallina convien che razzoli”, predispongono un pascolo aperto per le galline, che possono così cibarsi di erba, bacche, semi, insetti, comportandosi naturalmente.