Allevamento biologico bovini, spinta moderna

L’allevamento biologico di bovini nasce dalla tendenza a muovere passi decisivi verso il benessere di ogni animale, assicurando inoltre la maggiore tutela del consumatore. Il marchio biologico, e di conseguenza l’allevamento di bovinibio”, in Italia è molto recente, basti pensare che il primo riconoscimento “biologico” ad opera del Ministero dell’Agricoltura è stato attribuito nel 1988. All’interno di questo disciplinare di allevamento si esprimono dei parametri vincolanti, cominciando dallo spazio minimo necessario per esemplare presente (170Kg per ettaro, ovvero massimo tre bovini adulti) e dedicando soprattutto attenzione al regime alimentare. Il foraggio, principale alimento, deve essere biologico, preferibilmente prodotto dall’azienda stessa e può integrarsi con elaborati convenzionali vegetali, purchè non trattati con solventi e non transgenici.

Sono consentiti nell’alimentazione alcuni prodotti animali (latte e sottoprodotti) e sostanze minerali, additivi per insilati e mangimi, assieme ad altri elementi maggiormente specifici come le vitamine (anche di origine sintetica, se identiche a quelle naturali).

Sono previste stalle ed adeguati ricoveri, con libero accesso a zone di pascolo o spazi liberi (la stabulazione fissa è vietata). L’allevamento biologico predilige le razze bovine autoctone (come Chianina o Romagnola), cercando di favorire il recupero di specie antiche destinate altrimenti ad estinguersi.

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