Allevamento nel Belpaese, fino al grass fed passando dal biologico

L’allevamento in Italia rappresenta un settore tradizionale, oggi alla ricerca di maggiore qualità dei prodotti e benessere degli animali, attraverso pratiche di allevamento grass fed e strutture a marchio biologico, capaci anche di salvaguardare le razze autoctone, con caratteristiche evidenti di adattamento al territorio lungo i secoli.

Sono circa 200mila gli allevamenti nella penisola, con una popolazione consistente di bovini, ovini (entrambi intorno ai 6 milioni), suini, avicoli, conigli, diffusi soprattutto nell’area della Pianura Padana (nelle regioni di Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte). L’allevamento grass fed indica una tendenza contemporanea volta a riscoprire il volto più genuino dell’allevamento, prevedendo il libero pascolo, la crescita naturale di ogni esemplare, l’approvvigionamento di acqua da una fonte pulita e corrente, una alimentazione a base di foraggio verde, ghiande, lombrichi e quanto altro l’animale mangi istintivamente all’aria aperta.

Un passo oltre l’allevamento biologico positivo per l’ambiente in genere e per il consumatore.

Alcune specie bovine locali di allevamento brado, ad esempio, prediligono le foglie di lecci e querce, mentre le galline non solo vivono in spazi aperti (con la presenza di ripari, in caso di necessità), ma sono libere di cibarsi di ciò che vogliono, senza alcun incremento forzato di peso e stazza.

 

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